Si sa, i compiti delle vacanze diventano spesso un rompicapo per i genitori e oggetto di discussioni con i figli. Come affrontarli in modo costruttivo senza che sfocino in tragedia famigliare? Innanzitutto è fondamentale che i genitori non se ne lamentino con frasi del tipo “ma potevano anche non darteli!”, “anche in estate i compiti!”, “te ne hanno dati troppi!”. Questo infatti delegittimerebbe il ruolo e l’autorevolezza degli insegnanti e comunicherebbe ai ragazzi il messaggio che, dopo tutto, non è il caso di portare a termine fino in fondo il lavoro assegnato. In secondo luogo è importante organizzarsi. Può essere utile costruire insieme ai figli un piano per suddividere in modo adeguato i compiti nel tempo a disposizione. Con gli adolescenti si può pensare a un piano settimanale (quante pagine fare in una settimana) ed è importante non stare loro troppo col fiato sul collo per evitare reazioni in senso opposto e di rifiuto. Gli adulti devono stare attenti a non sostituirsi ai figli, in modo da aiutarli a costruire una loro autonomia. I genitori quindi possono svolgere un ruolo di sostegno organizzativo e i ragazzi imparano a gestire il loro tempo, cosa che sarà particolarmente utile a settembre con la ripresa della scuola. Se gli adolescenti hanno la possibilità di studiare in gruppo, ben venga: lavorare con i coetanei accresce le risorse di ciascuno e offre un buon nutrimento per la costruzione di competenze cognitive e sociali. Infine sarebbe l’ideale che, nei giorni in cui la famiglia vive la propria vacanza principale, i compiti vengano lasciati a casa: questo tempo dovrebbe essere un tempo in cui tutta la famiglia ha la possibilità di riposarsi e rigenerarsi.
Compiti a parte, in estate il tempo libero è tanto e può succedere che i figli si lamentino e dicano di annoiarsi. Come genitori non serve e non sarebbe neanche funzionale preoccuparsi di cancellare a tutti i costi questa noia. Questo spazio vuoto può infatti diventare un motore utile a scoprire interessi che danno soddisfazione e a crescere nell’autonomia. La noia va quindi ascoltata e legittimata. È fondamentale che non sia riempita da uno schermo (che sia quello dello smartphone, del tablet, del pc o della tv), perché altrimenti il ragazzo sarebbe in una posizione passiva, di chi si fa riempire da qualcosa di esterno a sé, mentre la noia impone di trovare in sé qualcosa per colmare il senso di vuoto. Come genitori possiamo comunque dare dei suggerimenti, ricordando le alternative che i nostri figli hanno a disposizione. Innanzitutto le amicizie, a maggior ragione nella fase dell’adolescenza, quando le relazioni con gli amici sono fondamentali, soprattutto per la crescita e la costruzione della propria identità. Un’altra proposta riguarda la lettura: leggere stimola la fantasia, nutre il pensiero e la conoscenza. Leggere deve essere però un piacere e non un peso, occorre quindi proporre e non imporre, lasciando carta bianca sulla scelta dei libri. Ricordiamoci però che ciò che conta, come sempre, è l’esempio: se i figli vedono i genitori leggere con passione, traendone piacere, saranno sicuramente più motivati rispetto a chi non vede i genitori prendere mai un libro in mano. Anche i film possono essere uno stimolo importante per i ragazzi, oggi abituati a seguire molti youtuber, a vedere quindi soprattutto video brevi e dallo scarso valore artistico. Il film educa invece alla capacità di seguire una storia complessa, ricca nell’intreccio e negli elementi narrativi.
E con questi consigli, speriamo utili, vi auguriamo di passare un buon tempo di riposo e delle buone vacanze!
Arrivederci a settembre!
Stefania Guidali
(Pedagogista, educatrice professionale del Centro Educativo Diurno San Gaetano)