Dopo-cena in comunità, Carlo (educatore in turno) e i ragazzi stanno sistemando la cucina.
In sottofondo il TG; si parla dei 117 morti per il naufragio davanti alle coste libiche e delle conseguenti dichiarazioni. D. (Albanese di 15 anni, arrivato da pochissimo), F. (Egiziano, 17 anni) e K. (Nigeriano, 18 anni) seguono attentamente la TV in rigoroso silenzio.
Carlo: ragazzi, se volete parlarne io sono q…
K: Perché non ci volete, quí in Italia?
F: Perché siamo tanti e alcuni di noi rubano e fanno casino. È giusto.
K(si agita): MA VAFFANCULO! Io voglio fare il meccanico, non voglio rubare. Tanti di quelli volevano lavorare.
F: Ma lo so, non ti incazzare con me.
K: Si che mi incazzo, perché fai come loro. Io ho viaggiato per mezza Africa per lavorare, se stavo bene, stavo a casa mia.
C: Loro?
K: Si, gli europei. Cioè tu no eh. Cioè tanta gente no, ma tanti si…
A: Tu adesso come loro.
K: Anche tu!? Ma tu cosa ne sai, tu sei albanese non sei stato in Libia. Non hai preso una barca per venir…
C: Ehi calmati, se gli urli addosso non serve e non capisce se non…
A: No io capisce cosa lui speak. Ma no problem, lui arrabbiato because…(si batte 3 volte la mano sul cuore).
C: Io sono sicuro che se vi conoscessero cambier…
F: E COME CAZZO FANNO SE NON LI FANNO NEANCHE SCENDERE!? Manco li vedono in faccia Carlo.
K: Per quello che dicono Libia, Libia, Libia. Così non vedono.
C: Già.
A: Giochiamo Fifa?
K: Si dai. Così almeno non ci pens..
F: Io Barcellona!
K: No! Sei solito egiziano non puoi rubarmi il Barca!
C: ecco i miei ragazzi.
Non giudicateli, ascoltateli e conosceteli.
Quando sono sinceri, fanno emergere tutte le nostre contraddizioni.
Non le vostre? Beh, le mie di sicuro.
Con affetto,
Carlo.
Il Bianco e i Neri