Ieri è stato il primo giorno del Ramadan, tanti dei ragazzi che ospitiamo nelle nostre comunità si sono messi in cammino per iniziare questo percorso spirituale che dura un mese…
ma di cosa si tratta esattamente?
Nel pensiero comune si conosce solo l’aspetto dell’astinenza da cibo e acqua dall’alba al tramonto ma in realtà dietro c’è molto di più.
Di seguito trovate infatti un interessante approfondimento fatto da un giovane ragazzo mussulmano!
Buona lettura!!!
Ramadan
“Neanche l’acqua?”, no neanche l’acqua.
Ve lo dico subito così quando un vostro amico musulmano vi dirà che sta facendo il Ramadan non gli farete questa domanda che sorge sempre spontanea.
Digiuno completo. Dall’alba al tramonto.
E si potrà mangiare dal tramonto a poco prima dell’alba.
Ramadan è il mese sacro dell’Islam, mese in cui il profeta Maometto ha ricevuto le prime rivelazioni del Corano.
La data di inizio del Ramadan è variabile perché si fa riferimento al calendario islamico che, a differenza di quello gregoriano, non inizia con la nascita di Gesù, ma con l’Egira, l’anno in cui Maometto lascia la Mecca per professare l’Islam in altri villaggi della penisola arabica.
622 d.C.
Quindi ecco spiegato, a qualcuno convinto che l’Islam sarà sempre incompatibile con la cultura occidentale, il motivo: siamo ancora nel 1441. Nemmeno l’America abbiamo scoperto ancora!
L’anno islamico fa fede ai cicli lunari, durando così 354/355 giorni. Ogni anno, quindi, il Ramadan inizia con circa 10 giorni di anticipo rispetto all’anno precedente.
“Sì okay, ma che senso ha non mangiare e non bere?”
Prendi per esempio “Il cammino di Santiago”, che senso ha farsi più di 200 km a piedi in una settimana, quando puoi farteli comodamente in macchina, in due ore?
La risposta la trovi alla fine del cammino. E riguarda te. Io ancora non l’ho fatto, me lo ha detto un amico.
Il Ramadan è così, un percorso. Una libera scelta. Autodisciplina, preghiera e meditazione. Un momento dell’anno cui interrompi la quotidianità e fai una cosa che dipende solo ed esclusivamente da te.
Digiuno non solo dal cibo, ma da tutto ciò che fa male, non solo al corpo, ma anche alla mente. Non solo a te, ma anche agli altri. Cattivi pensieri su tutto.
È difficile solo il primo giorno, ma poi la mente si abitua e di conseguenza il corpo.
Dura un mese.
Un mese per renderti conto dell’inutilità di tante cose e dell’importanza di altre, e che forse la certezza di un bicchiere d’acqua, un piatto caldo, qualcuno con cui condividerli e la possibilità di poter vedere, tutti i giorni, il Sole sorgere e tramontare, non sono poi così lontani dal concetto di “una vita serena.”
“Ramadan Mubarak” se volete augurarlo ai vostri amici musulmani.
Buon Ramadan.