«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3)
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3)
La “Casa di Gastone” è un centro di seconda accoglienza per persone senza dimora, nato dalla collaborazione tra l’Opera don Guanella e l’Associazione di volontariato “Amici di Gastone ONLUS”.
Oltre ai pasti e un letto pulito per dormire, la Casa offre alle persone accolte un progetto di recupero condiviso, che riguarda tutte le dimensioni della persona, in modo che essa sia restituita alla propria dignità in tutti i suoi aspetti. Casa di Gastone propone infatti, percorsi individuali a seconda delle aspirazioni, attitudini, forza e capacità di ciascuno.
La Casa di Gastone è nata il 15 gennaio del 2002, dalla collaborazione dell’Opera don Guanella con l’Associazione di volontariato “Amici di Gastone”. Gli “Amici di Gastone” operano con i senza dimora, già dal 1986, sui binari della Stazione Centrale di Milano, della stazione Garibaldi, sugli squallidi marciapiedi della grande città o nei mezzanini della metropolitana. Portano un termos di te o cioccolata calda con lo scopo di instaurare con i senza tetto relazioni umane di amicizia e di solidarietà. Proprio a partire da questa umanità succede alcuni di questi uomini o donne che vivono sulla strada, ad un certo punto, decidono di rimettersi in gioco e di inventarsi una vita più dignitosa. Da qui nacque il bisogno urgente di una casa di accoglienza, dove poter raggiungere, attraverso un progetto individualizzato di reinserimento, una propria autonomia.
Il contatto con l’Opera don Guanella, che opera da più di cent’anni, a Milano, nell’ambito delle vecchie e nuove povertà, ha dato la possibilità all’Associazione “Amici di Gastone” di realizzare il sogno: “La Casa di Gastone”. Ha iniziato con l’accoglienza di due ospiti fino a raggiungere, attualmente, il numero massimo di 15.
Il primo ospite, da cui poi prende il nome la casa, si chiamava Gastone: era un anziano inquilino della Stazione Centrale. Bassotto, faccione rotondo, molto strano. Alcuni giovani Lo hanno incontrato là, tra i marmi sudici della Stazione Centrale di Milano, hanno ascoltato le sue storie, lo hanno sfamato e ripulito. Gli hanno persino trovato la casa. lui, ad un certo punto, ha staccato il filo. Si è barricato nella sua casa di ringhiera ed è morto com’era vissuto, come barbone. Da manuale.
Si tratta di un progetto di prima accoglienza rivolto a persone in grave stato di emergenza improvvisa. Si tratta di un centro notturno: gli ospiti possono abitare il portico dalle 18:00 alle 8:30 del giorno successivo. A queste persone viene offerto un posto protetto dove dormire, un pasto caldo, un bagno per curare la propria igiene personale, un lavoro per recuperare la propria dignità. L’ospitalità ha la durata di un mese o finché persiste l’emergenza abitativa (massimo 1 anno). Dopo di che si valuterà la dimissione o la presa in carico su progetto in seconda accoglienza.
Si tratta di un progetto di accoglienza notturna e diurna per persone senza dimora. Vi accedono solo le persone realmente intenzionate ad aderire a un progetto di reinserimento sociale. La prassi di accoglienza prevede una serie di colloqui, l’esame medico dell’intradermoreazione alla tubercolina ed eventuale schermografia, analisi e valutazione della situazione psico-sociale e penale, certificato di iscrizione all’ufficio di collocamento e relativa dichiarazione di disoccupazione. Prima dell’accoglienza, è possibile, qualora l’équipe lo ritenga necessario, che la persona candidata trascorra qualche momento di condivisione con gli ospiti della casa.
Durante il giorno, gli ospiti della Casa di Gastone si distribuiscono nelle varie attività lavorative che il Centro organizza. Soprattutto all’inizio, non dobbiamo pensare al lavoro organizzato e garantito, quello stesso che ha creato l’alienazione della persona. Si tratta di un lavoro educativo, che tende a valorizzare le potenzialità che sono dentro l’uomo. Oltre ai lavori di manutenzione e pulizia della casa, sono proposti alcuni laboratori: il laboratorio di sopravvivenza (cucina, cura dei propri indumenti, pulizie), traforo, computer, orto, falegnameria ecc.
Si tratta di veri e propri appartamenti ai quali accedono le persone che dopo la permanenza in “Casa di Gastone” o persone segnalate da altri servizi territoriali, che si sono riappropriate delle risorse naturali per poter vivere in autonomia.
Il periodo di permanenza dipende dal grado di autonomia dell’ospite.
Passare la vita benefacendo è la consolazione più cara e la benedizione più eletta che il Signore concede ai suoi figli, perché fare la carità è farla a Dio di cui i poveri sono i beniamini (Massime spirituali di Don Guanella, Carità verso il prossimo, 7)